Al VYR tavola rotonda legislativa sulle infrastrutture della nautica da diporto
Un proficuo confronto tra Istituzioni, autorevoli giuristi e operatori del settore sul ruolo dei servizi e dei territori come driver di sviluppo per la ripartenza del mercato interno.
Questo il tema dell’incontro svoltosi sabato 12 maggio nella Sala convegni Darsena Italia, che ha rappresentato l’ultimo degli appuntamenti di alto profilo organizzati da Nautica Italiana (#VYR2018).
La tavola rotonda – ideata per offrire la possibilità alle Marine di riportare le proprie necessità a Territori e Istituzioni – a sostegno del dialogo politico e legislativo in atto tra enti protagonisti dello scenario nautico nazionale, ha prodotto discussioni e riflessioni attorno a casi tecnici concreti, contestualizzati operativamente dalle testimonianze e dalle esperienze dei soci di Nautica Italiana e degli attori coinvolti nella quotidianità dagli impatti del nuovo Codice Nautico.
L’evento – moderato dall’avvocato Cristina Pozzi – è stato introdotto da Matteo Italo Ratti, Consigliere di Presidenza di Nautica Italiana con delega al progetto Marine e Territori e da Marco Cappeddu, Direttore Generale di Nautica Italiana.
“L’appuntamento di oggi rappresenta un momento significativo di confronto e dialogo, che ha visto prendervi parte alcuni dei massimi esperti del settore” – ha affermato Matteo Italo Ratti – “Un’occasione fortemente e giustamente voluta da Nautica Italiana, il cui impegno ha permesso ad autorità, istituzioni e personalità presenti di condividere punti di vista e conoscenze su tematiche che toccano da vicino tutti gli attori coinvolti nel settore nautico.”
Pregevoli gli interventi di Stefano Ciuoffo, Assessore della Regione Toscana, e di Giovanni Calvelli, Comandante della Capitaneria di Porto di Viareggio, a rilevare la necessità di connessioni sempre più intense tra porti turistici, Regioni e Comuni.
Nel segno della competenza giuridica, in qualità di relatori del “Legal experts panel”:
l’avvocato Flavia Pozzolini, Presidente di Cala de’ Medici, l’avvocato Rodolfo Barsi, il
commercialista Nicola Galleani D’Agliano, l’avvocato Roberto Longanesi Cattani e l’Ammiraglio della Capitaneria di Porto Stefano Porciani.
Per l’“Operators and best practices panel”: Alessandro Sartore di All Services, Giuseppe Pappalardo della Marina di Genova, Mario Pelegatti della Marina di Salivoli, Giancarlo Linari della Marina di Portofino, Antonio Bufalari di Marinedi Group e il Capitano di Vascello Angelo Zerilli.
Partendo dai dati complessivi del 2017, che vedono il mercato domestico italiano (forte di circa 480.000 imbarcazioni immatricolate), si è registrata un’inflessione rispetto a quello estero, il cui valore percentuale si è attestato sull’85,9%. La causa va rinvenuta nell’offerta dei porti stranieri (come Francia, Croazia, Grecia e Montenegro), che garantiscono alle navi da diporto italiane infrastrutture meno moderne ma più adeguate, insieme a costi sostenibili. Per il rilancio del mercato domestico sarebbe auspicabile una giusta rispondenza da parte dei Territori: sia in termini qualitativi, offrendo ormeggi adeguati al tipo di prodotto, sia di sostenibilità economica, istituendo dei prezzi maggiormente competitivi. Il tutto unito a una maggiore certezza del diritto (ovvero della corretta applicazione delle direttive di carattere legislativo) e a un coordinamento nazionale delle varie strutture, teso a evitare competizioni interne.
A beneficiare degli interventi sarebbero naturalmente i diretti interessati ma anche l’intero sistema Italia: non solo perché lo Stato si ritroverebbe – a fine concessioni – con strutture più adeguate, ma soprattutto per l’incentivo garantito all’occupazione dallo stanziamento delle imbarcazioni sul territorio nazionale.
“Questa tavola rotonda ha voluto infondere un atteggiamento sinergico, fatto di condivisione e ascolto, nelle istituzioni come negli attori coinvolti – ha sostenuto Marco Cappeddu, Direttore Generale di Nautica Italiana – Le conclusioni raccolte saranno portate all’attenzione delle istituzioni nazionali di settore, nell’ottica di una riforma normativa più ampia del comparto diportistico”.